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di Claude Miller, con Clément Van den Bergh, Lokman Nalcakan
(Francia, 1998)
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La settimana sulla neve per la classe dei tredicenni è il luogo della resa dei conti: quelli che obbligano i ragazzi a lasciare la protezione dei genitori, ad affrontare gli scherzi dei compagni, la prima competizione della vita lontani dal tetto famigliare. In apparenza: perché quello del fragile Nicolas era un tetto del tutto particolare, certo più minaccioso che protettore, come c'insegnerà l'avanzare del film, che si trasforma da indagine psicologica, intima del personaggio del ragazzo in una faccenda dalle connotazioni sempre più poliziesche. È questo passaggio a tradire Miller: da uno sguardo diretto, realistico, sui rapporti tra il protagonista ed i genitori, gli insegnanti, i compagni, ad un altro, fatto di sogni, di una realtà che si fa sempre più trasposizione simbolica delle turbe di Nicolas. Passaggio non sempre chiaro, misurato, gradevole in sceneggiatura di un cineasta, oltretutto, che non sembra molto dotato per trascrivere in cinema (arte già fatta di trascendenza della realtà) i sogni. Troppo poliziesco, non abbastanza fantastico, ben recitato, il film è dignitoso nella sua volontà di condurre un discorso civile ed umano nei confronti di un'adolescenza mortificata, ma sostanzialmente poco riuscito nella versione in immagine che si è voluto dare ai fantasmi - forse più sfumati - del romanzo di Emmanuel Carrère.
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Il film in Internet (Google)
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Per informazioni o commenti:
info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch
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capolavoro
da vedere assolutamente
da vedere
da vedere eventualmente
da evitare
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